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Trattamento della Scoliosi

Il termine “scoliosi” deriva dal greco  e indica una deviazione laterale e una deformazione permanente della colonna vertebrale, non modificabile volontariamente, che si accompagna ad alterazioni anatomiche delle vertebre e delle altre strutture di sostegno del tronco.
La colonna vertebrale può essere paragonata ad una pila snodabile e flessibile di segmenti articolati (le vertebre). Normalmente la colonna rimane diritta poiché i segmenti sovrapposti hanno una forma perfettamente regolare e simmetrica, le capsule articolari ed i legamenti li mantengono in posizione esatta, i muscoli rappresentano una forza di sostegno ben equilibrata.
In presenza di una scoliosi, la colonna, osservata anteriormente e posteriormente, anziché essere diritta, è incurvata e ruotata su sé stessa.

L’atteggiamento scoliotico
La scoliosi, in termini tecnici, è un “dismorfismo”, e  va distinta dal semplice atteggiamento scoliotico, che rientra nel gruppo dei “paramorfismi”. In presenza di un dismorfismo la colonna vertebrale è, da un punto di vista anatomico, deformata, in presenza di un paramorfismo la colonna vertebrale è del tutto normale. L’atteggiamento scoliotico comporta sempre una deviazione laterale della colonna, con conseguente perdita della verticalità della stessa, ma non si accompagna mai a deformazione dei corpi volontari ed è correggibile volontariamente o con semplici interventi esterni.
L’atteggiamento scoliotico è generalmente determinato da condizioni statiche, ad esempio in presenza di ipometria di un arto (arto più corto del controlaterale), oppure da lussazione dell’anca, oppure ancora da dolore vertebrale o muscolare, o, piuttosto frequentemente, da alterazioni posturali o ipovalidità della muscolatura del tronco.
La terapia si basa sull’eliminazione della causa che ha prodotto la condizione (ad esempio compensando l’accorciamento dell’arto inferiore, eliminando il dolore vertebrale o rinforzando la muscolatura del tronco).

La scoliosi strutturata
A differenza della condizione precedente, una scoliosi strutturata è una deformazione permanente, fissa, non suscettibile di miglioramento senza intervento esterno, che si accompagna sempre ad alterazioni anatomiche della colonna vertebrale. Una scoliosi strutturata coinvolge, oltre alla spina dorsale, le articolazioni, i legamenti, la muscolatura paravertebrale, e, nei casi più gravi, anche gli organi interni e le visceri. Le scoliosi idiopatiche, cioè quelle scoliosi di cui non sono ancora noti i fattori scatenanti, rappresentano il 70-80% di tutte le scoliosi.

Vi sono scoliosi di diverso tipo (dorsale, lombare o combinate), di diversa entità o grado.

La maggior parte dei casi di scoliosi giovanile e adolescenziale si definisce“idiopatica”, cioè non se ne conoscono le cause che scatenano. I fattori scatenanti possono essere di varia natura (genetici, metabolici, di sviluppo, neurologici, muscolari…). Oggi essa è considerata una sindrome complessa ad eziologia multifattoriale. La scoliosi diagnosticata deve essere trattata il più presto possibile con l’obiettivo non solo di contenere il progredire della curva scoliotica, ma proprio –e oggi ritenuto di primaria importanza- di correggere l’aspetto estetico; migliorare la qualità della vita in tutti i sensi, evitare disabilità e/o dolore in età adulta così come la necessità di ulteriori trattamenti in età adulta.

Trattamento 

Nel nostro studio i pazienti con scoliosi idiopatica dell’età evolutiva e scoliosi strutturata dell’adulto vengono trattati con il Metodo Rovatti®, frutto di oltre 40 anni di studio e ricerca nel campo della scoliosi. Il Metodo è innovativo perché utilizza le bande elastiche come se fossero le mani del terapista, in grado di “plasmare” correttamente il rachide dorsale, aiutando il paziente a percepire le correzioni (che avvengono nei tre piani dello spazio). Attraverso la presa di coscienza dei difetti, la ricerca progressiva delle correzioni, la presa di coscienza del grado di correzione, la ripetizione del gesto fino alla sua interiorizzazione, il paziente costruisce nel tempo una sorta di “corsetto neuromuscolare” per stabilizzare la propria colonna vertebrale e acquisisce automatismi riflessi di autocorrezione da integrare nei movimenti giornalieri.

“Dalla correzione all’autocorrezione” è uno dei principi base su cui lavora il metodo. Sotto la costante sorveglianza del terapista il paziente diventa progressivamente protagonista del proprio percorso correttivo.

Gli esercizi vengono proposti ai pazienti, a seconda del loro quadro clinico e della situazione personale in protocolli personalizzati, dai più semplici a quelli che richiedono via via maggior consapevolezza e dimestichezza con le bande elastiche.

https://www.metodorovatti.com/

 

 

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