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LA SPALLA RIGIDA o CAPSULITE ADESIVA

Che cos’è la SPALLA RIGIDA  o anche detta CAPSULITE ADESIVA?

Il termine spalla rigida indica una patologia invalidante a carico della spalla caratterizzata da dolore e rigidità, non conseguente ad immobilizzazione dell’arto e in presenza di superfici articolari e stabilmente allineate . Il termine più corretto sarebbe capsulite adesiva, in quanto si tratta di una patologia a carico della capsula articolare, cioè di quella componente  tissutale che unisce le 2 componenti ossee dell’articolazione della spalla: la testa dell’omero e la cavità in cui alloggia chiamata glenoide. In seguito ad un processo infiammatorio la capsula articolare si restringe causando una limitazione del movimento. Tale limitazione è condizionata dall’alterazione dei tessuti molli: perdita di elasticità tissutale, retrazioni intra-articolari della capsula, dei legamenti e delle unità muscolo-tendinee, aderenze lungo le superfici di scorrimento come la cuffia dei rotatori e il tendine del bicipite. Altri termini comunemente usati per definire questa patologia sono “spalla congelata” e il suo corrispettivo inglese “frozen shoulder”.

 

Come si caratterizza una Capsulite Adesiva?

La capsulite adesiva o spalla rigida si caratterizza da una evidente riduzione e limitazione del range in tutti i piani di movimento con conseguente dolore e invalidità.

La capsulite può essere distinta in due principali categorie: possiamo avere una forma primaria chiamata Capsulite adesiva idiopatica, o una forma secondaria detta Spalla rigida post-traumatica, che si presenta in seguito a traumi o interventi chirurgici.  In base all’esame anamnestico e clinico la Capsulite idiopatica primaria si può suddividere in più stadi d’evoluzione.

I fase: fase dolorosa (durata 2-9 mesi). Si caratterizza con la comparsa di un dolore continuo diffuso a tutta la spalla in assenza di limitazione passiva del movimento che peggiora di notte e spesso disturba il sonno. In questa fase la mobilità passiva è ancora completa ed è solo il dolore a limitare il movimento; non si è ancora strutturatà la rigidità caspulare.

II fase: fase di rigidità progressiva (3-12 mesi). In questa fase al dolore si affianca l’insorgenza di una progressiva perdita del movimento passivo e si evidenzia una perdita del volume capsulare con sinovite e formazione di aderenze cicatriziali.

III fase: fase di congelamento (9-14 mesi). In questa fase si riduce notevolmente il dolore a riposo, il paziente avverte un arco di movimento confortevole senza dolore superato il quale arriva l’insorgenza del dolore, causato dal progressivo stiramento della capsula articolare. La contrattura capsulare è ormai strutturata.

IV fase: fase di scongelamento. Questa fase è caratterizzata da un lento e progressivo recupero della mobilità articolare.

Al Contrario la Spalla rigida secondaria si differenzia dall’idiopatica per il riconoscimento della causa scatenante e per la diversa evoluzione, che non rispetta le tappe della capsulite idiopatica. Essa è conseguente a ad un trauma, tendinite calcifica, intervento chirurgico, immobilizzazione dell’arto ecc..

 

Quali sono i fattori di rischio e come di effettua la diagnosi in caso di Capsulite adesiva?

Premettendo che ogni persona anche in assenza di fattori di rischio possa sviluppare una capsulite adesiva, spesso vengono associati come fattori di rischio alcuni elementi come l’appartenenza al genere femminile, età compresa tra i 35-55 anni, la presenza di patologie preesistenti come diabete o cardiopatia e l’assunzione di alcuni farmaci.

La diagnosi in caso di capsulite adesiva si basa sull’esame clinico e anamnestico, sulla diagnosi differenziale di altre patologie che interessano la spalla come tendiniti della cuffia dei rotatori o del capo lungo del bicipite, artrosi, tendinite calcifica e traumi; e in particolare sull’esame Radiologico e sull’esame di Risonanza Magnetica in cui si evidenzia la presenza di superfici articolari regolari e stabilmente allineate e l’assenza di positività a altre patologie sopra elencate. Nel paziente con capsulite adesiva qualsiasi movimento brusco, anche di piccola ampiezza  (chiudere lo sportello dell’auto, afferrare istantaneamente un oggetto che cade), può riprodurre i sintomi caratteristici.

 

Qual’è il trattamento più corretto per la Capsulite Adesiva o Spalla rigida?

La procedure migliore per il recupero dell’elasticità di un tessuto è rappresentata dal suo allungamento. Gli stessi pazienti riferiscono di non aver alcun sollievo dall’assunzione di farmaci antidolorifici o di infiltrazioni di cortisone non ottenendo nessun risultato poiché il dolore è provocato dalla perdita dell’elasticità e non da uno stato infiammatorio.

Esercizi di allungamento autogestiti eseguiti in acqua o a secco sono molto utili, ma è di fondamentale importanza la mobilizzazione passiva effettuata dal fisioterapista poiché l’allungamento per essere efficace deve raggiungere una certa soglia rappresentata dall’insorgenza del dolore irradiato.

La soglia del dolore e la motivazione del paziente sono le qualità determinanti per stabilire il corretto approccio riabilitativo. le persone fortemente motivate sono i candidati ideali per il raggiungimento dell’obiettivo finale, costituito cioè dal completo recupero del movimento dell’arto.

Se riconosci il tuo problema in uno o più sintomi sopraelencati, prenota un appuntamento con noi e tramite una valutazione GRATUITA con il nostro fisioterapista, sapremo indicarti sicuramente il trattamento a te più idoneo.

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