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Ernia del disco e sovrappeso: un rapporto destinato a durare

Il numero di persone sovrappeso o obese è aumentato in maniera esponenziale, soprattutto in alcuni paesi, Stati Uniti, ad esempio, dove 1 bambino su 3 è obeso. Purtroppo la probabilità che questa condizione continui anche da adulti o che peggiori con l’andare avanti dell’età è molto alta. Non pensiamo, però, che ci troviamo di fronte ad un fenomeno lontano che travalica i confini europei: alcuni paesi (Gran Bretagna, Germania e Crozia, ad esempio) hanno calcolato che più del 60% della loro popolazione è sovrappeso.

Piccolo inciso per spiegare quali sono i valori di riferimento. I termini sottopeso, normopeso, sovrappeso e obeso si riferiscono al calcolo dell’indice di massa corporea (IMC: relazione tra il peso e l’altezza del soggetto). E’ un calcolo che dà sicuramente delle informazioni, ma che, non prendendo in considerazione il rapporto massa magra – massa grassa, non è molto specifico. Si indentifica come sottopeso una persona con un IMC al di sotto del 19, normopeso tra 19 e 25, sovrappeso tra 25 e 30 e al di sopra di 30 obeso.

Dopo questa piccola, ma essenziale, parentesi, ci addentriamo nel discorso sull’ernia discale. Chiaramente l’obesità è un fattore di rischio per molte patologie, ma in questo articolo soffermeremo la nostra attenzione sulla colonna vertebrale e, più nello specifico, sui dischi intervertebrali.

Diversi studi hanno evidenziato la relazione tra la presenza di ernie discali e indice di massa corporea, studiando attraverso risonanza magnetica il grado di degenerazione discale del tratto lombare. Tra questi c’è il più grande studio finora condotto, che ha preso in esame 2599 soggetti in un’età compresa fra i 21 ed i 63 anni. Questi i risultati: 187 persone erano sottopeso e il 24,6% aveva ernie, 1245 erano normopeso e il 41,4% aveva ernie, 937 erano sovrappeso e il 54,9% aveva ernie e 230 erano obesi e il 65,2% aveva ernie. (1)

Non tutti gli studi in letteratura concordano con questi risultati, sottolineando una non significativa diminuzione degli spazi intervertebrali. Altri studi hanno, per esempio, notato una maggiore prevalenza di artrosi delle faccette articolari rispetto a problematiche discali.

In conclusione, i dati della letteratura non sono univoci, ma sicuramente l’aumento di peso spesso è correlato con un aumento del dolore lombare, che continua inesorabilmente ad essere una delle cause più frequenti per cui i pazienti si recano dal proprio medico di famiglia o per cui si assentano dal lavoro.

Fonte: guidagalatticaperfisioterapisti.wordpress.com

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